Difficile dare una definizione d’intelligenza: le intelligenze oggi, è risaputo, sono molte.
Le difformità rispetto al comportamento atteso possono derivare da molti fattori.
Concordo con Feurestein:
“è ora di smettere di misurare ciò che non è misurabile, è più utile modificare quello che è modificabile”.
I bambini e i ragazzi per apprendere hanno bisogno di emozionarsi, provare curiosità, non sono sacchi vuoti da riempire, bensì persone da stimolare osservando con attenzione qual è la loro “modalità” per ampliare man mano il campo delle capacità di pensiero.
È più importante il processo del risultato, gli errori possono aprire una finestra nella mente e trasformare la difficoltà in resilienza e modificabilità.
Intelligente è la propensione dell’organismo a modificarsi, in risposta al bisogno di adattarsi a nuovi stimoli. Sulla base della plasticità, il cervello è potenziato dall’ esperienza, è capace di apprendere, ricordare e rigenerare nuove connessioni.