Feuerstein

Reuven Feuerstein è stato un anticipatore dei tempi, ha saputo considerare le condizioni di tutti per adattarsi e apprendere, ha immaginato la plasticità cerebrale prima che ce ne fosse evidenza scientifica.

Si è sempre impegnato nell’educazione anche in condizioni limite, in giovane età con persone sopravvissute alle persecuzioni raziali, poi con ragazzi e bambini con difficoltà di sviluppo.

Laureatosi in psicologia alla Sorbona aveva studiato con Piaget, le sue idee si avvicinavano inoltre a quelle di Vygotsky, con il quale condivideva l’importanza delle relazioni e del linguaggio sullo sviluppo del pensiero nel bambino.

Il suo metodo è incentrato sul potenziamento delle abilità di qualsiasi individuo, bambino o adulto con difficoltà o senza.

Per questa ragione oggi è sempre più conosciuto anche nelle scuole, in quanto è un percorso per educare al ragionamento, al di là dei contenuti, e quindi base per saper apprendere e imparare qualsiasi materia.

È un metodo per il potenziamento delle capacità mentali basato sul principio che l’intelligenza non è un fattore predeterminato e stabile, ma un elemento passibile di evoluzione.

Egli esplicita le condizioni che permettono il potenziamento delle capacità mentali fornendo indicazioni riguardanti l’ambiente in cui operare, l’approccio educativo da instaurare e predisponendo esercitazioni pratiche, utili al superamento di eventuali carenze cognitive.

Questa spiegazione, però, non rende pienamente ragione della sua essenza.

Il metodo Feuerstein è qualche cosa di più: è una filosofia di vita, è uno stimolo a operare e ad agire seguendo criteri di attualità, praticità, dinamismo e ottimismo. Ogni individuo è modificabile sul piano cognitivo in quanto l’organismo umano è un sistema aperto, caratterizzato da grande plasticità.

Feuerstein parlando dell’intelligenza, dice: “E’ ora di smettere di misurare ciò che non è misurabile, è ora di potenziare ciò che è potenziabile.”

Gli esseri umani non apprendono da soli, ma dalla mediazione con un altro essere umano; l’essere umano non è un isolato scopritore di regole.

Il bambino è un sistema aperto e propenso al cambiamento e alla modificazione.

Postulati di base:

  1. Modificabilità cognitiva strutturale degli individui:

E’ la capacità del cervello di continuare a svilupparsi per tutta la vita, grazie alla moltiplicazione dei neuroni e alle singole esperienze degli individui.

La conclusione quindi è quella per cui:

  • gli esseri umani sono modificabili;
  • la persona che sto educando è modificabile;
  • io sono in grado di modificarla;
  • io stesso posso essere modificato;
  • la società è modificabile.

 

  1. Propensione all’ apprendimento:

La tendenza di un organismo a modificare se stesso quando è posto a confronto con i bisogni di accomodamento che s’instaurano nelle diverse esperienze.

  1. Ruolo del mediatore:
  • il mediatore è colui (genitore, insegnante, allenatore) che interviene predisponendo un ambiente attivo modificante per la trasmissione dei contenuti, al fine di rendere efficace il proprio lavoro;
  • è un “parziale filtro” poiché fa in modo che il bambino apprenda in maniera autonoma;
  • il ruolo del mediatore dura quanto necessario, oltre diventerebbe una presenza soffocante. (1)

L’esperienza di apprendimento mediato, non è soltanto un modo di insegnare o trasmettere le informazioni e le abilità necessarie al bambino o alla persona per renderla capace di adattarsi al suo ambiente; è soprattutto un atto educativo che possiede una particolare qualità: fornisce gli strumenti e i requisiti necessari a rendere l’individuo (bambino o ragazzo) capace di imparare ad imparare. (2)

L’obiettivo è mettere in grado di essere, non solo ripetitori, ma anche generatori di nuove informazioni, organizzatori creativi, abili modificatori dell’ambiente.

La qualità si ottiene seguendo dei criteri di mediazione, per creare una buona comunicazione.

(1) http://www.centroeducativocresci.com;

(2) Feuerstein, R. R. & Rand,Y. “La Disabilità non è un limite”, Ed. Libriliberi 2005).